di Giovannino Guareschi (1908-1968)
prefazione a "Celebrazione del Tipografo" Edizioni Il Quadratino 1968
“Il correttore di bozze non si divide: è quello che è, ma ciò non semplifica le cose. Il correttore di bozze fu inventato verso il 1440: quando, cioè, il signor Gutenberg, inventa la stampa propriamente detta e tirata una bozza della sua prima composizione tipografica, trovò, nella seconda riga, una signora elefante al posto di una signora elegante. Allora il signor Gutenberg lanciò un grido di trionfo: aveva inventato l’ errore di stampa. Poi, letta attentamente tutta la bozza segnò a penna 25 dei 57 errori disseminati nel foglio, infine imprecò duramente contro il socio Fust che, poveretto, non ne aveva la minimacolpa. Così, ad un tempo, inventò anche il correttore di bozze e il proto”.
L’ invenzione della stampa, d’altra parte, se pure sostituisce alla grafia del singolo il carattere tipografico, che per sua natura è assolutamente indifferenziato, non comporta spostamenti di problematiche significative, per il correttore di bozze: dal testo in originale autografo di un autore o la copia tipografica, l’errore è sempre dietro l’angolo.
Il correttore di bozze è l’ angelo custode di chi scrive, che in fondo si libera della fonazione e quasi “prende il volo”, potremmo dire, come l’ uomo che sia riuscito a sottrarsi al giogo della propria ombra della propria “rintracciabilità”: l’ invenzione della stampa, in questo, non avrebbe dunque fatto altro che accelerare e sviluppare il compito del correttore.
Scrive, infine, Guareschi: “Quando a 98 anni, passa a miglior vita, il correttore di bozze muore; ma la sua anima non sale subito al Cielo. Gira per la città a leggere sulle cantonate i suoi annunci mortuari, si attarda sulla sua tomba a leggere l’ epigrafe della sua lapide. E, se ci sono errori, si strappa una penna dalle candide ali, la intinge nell’ azzurro del cielo e li corregge. Oh, che bel mestiere!”.